Arte e vita a Barcellona
Collezione Primavera-Estate 2023 Uniqlo U
La rivista Apartamento punta i riflettori su tre studi creativi a Barcellona. Vestiti con capi della collezione Primavera-Estate 2023 Uniqlo U, questi artisti hanno condiviso i loro pensieri su come vivere il presente.
Pubblicata a Barcellona, Apartamento è una rivista spagnola che presenta le abitazioni di creativi di tutto il mondo e che considera l'arredamento d'interni una finestra sul lifestyle. Fin dal lancio nel 2008, ha acquisito un pubblico internazionale per la sua magnifica fotografia e prosa e il suo splendido layout. Per questo numero speciale, ci siamo uniti ad Apartamento per una visita a tre atelier a Barcellona.

Artista 01Lolo e Sosaku

Mondi organici e originali, creati in collaborazione

In linea d'aria sono oltre 18.500 chilometri da Villa Gesell, Buenos Aires, a Tokyo. Lolo, nato in Argentina, e Sosaku, originario del Giappone, si sono incontrati a Barcellona, a metà strada. “Fisicamente parlando, ci siamo incontrati nel 2004, ma in senso spirituale siamo uniti da sempre”, afferma Lolo. All'epoca, Sosaku stava viaggiando in Europa e si era fermato a Barcellona. Una notte, è crollato sul divano di una ragazza incontrata a una festa. Il compagno di stanza della ragazza era Lolo. “Quando mi sono svegliato, ho trovato Sosaku seduto sul divano. Mi ha aiutato a decifrare una rivista giapponese che aveva pubblicato alcune delle mie opere, poi mi ha mostrato un po' del suo lavoro. Dieci minuti dopo abbiamo fatto il nostro primo disegno insieme”.

I due collaborano da allora. All'inizio hanno lavorato sui disegni, ma non erano quasi mai soddisfatti del risultato. Hanno quindi provato a sperimentare con la musica. I risultati erano speciali ma sembravano troppo comuni. “Ci siamo resi conto che per creare suoni completamente nuovi dovevamo realizzare nuovi strumenti. Poi un giorno abbiamo trovato la risposta nel movimento pendolare di un oggetto appeso al soffitto.

Svolgiamo molte ricerche parallelamente al nostro lavoro creativo, quindi ci sono voluti degli anni per ottenere suoni molto particolari. Dopo 19 anni di lavoro insieme, non sappiamo nemmeno da dove provengano le idee, il rapporto si alimenta da solo. A volte siamo nell'atelier, l'uno accanto all'altro, senza parlare, ognuno di noi impegnato in qualcosa di diverso, e iniziamo a finire il lavoro dell'altro”.

Abbiamo incontrato Lolo e Sosaku per vedere De la Tierra, un progetto "site-specific" presentato a Shanghai nel 2017 giunto presso La Veloz, un'ex fabbrica alla periferia di Barcellona. L'installazione incarna uno scenario in cui l'ambiente edificato crea relazioni che escludono gli esseri umani.Successivamente abbiamo visitato il loro atelier. Pieno di ogni sorta di oggetti, trabocca di possibilità. È un luogo giocoso in cui il lavoro trascende i vincoli di genere come teatro, musica, scultura, pittura e cinema. Nessuno dei due possiede una formazione formale in musica o arte. “Siamo caotici. Non siamo bravi a saldare. Facciamo buchi anche nel metallo. Le nostre macchine per la verniciatura sono sempre rotte. Ma è questo il modo in cui operiamo. Alcune opere, però, sono super pulite”.

Da dispositivi automatizzati come macchine per la verniciatura a strumenti fatti a mano, il loro lavoro sembra provenire da uno strano regno separato dalle nostre vite quotidiane. Lolo e Sosaku imparano dall'osservazione, facendo errori e facendo parlare il loro lavoro. “Se rispetti l'imprevisto, le cose funzionano perfettamente. Una volta che inizi a cercare il controllo, blocchi il naturale fluire delle cose”.

“Da ragazzo in Giappone mi piaceva personalizzare gli articoli di UNIQLO” afferma Sosaku. “Mi piace la funzionalità dei capi. Sono perfetti per lavorare” aggiunge Lolo.

Lolo e Sosaku

Artisti

Lolo, nato in Argentina, e Sosaku, di Tokyo, lavorano insieme a Barcellona. Unendo elementi come forma e linearità con la musica, creano installazioni che incarnano nuove possibilità. Le loro performance sono state esposte al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía a Madrid, al Museo di arte contemporanea di Barcellona e alla Power Station of Art di Shanghai.

Artista 01Lolo e Sosaku

Mondi organici e originali, creati in collaborazione

In linea d'aria sono oltre 18.500 chilometri da Villa Gesell, Buenos Aires, a Tokyo. Lolo, nato in Argentina, e Sosaku, originario del Giappone, si sono incontrati a Barcellona, a metà strada. “Fisicamente parlando, ci siamo incontrati nel 2004, ma in senso spirituale siamo uniti da sempre”, afferma Lolo. All'epoca, Sosaku stava viaggiando in Europa e si era fermato a Barcellona. Una notte, è crollato sul divano di una ragazza incontrata a una festa. Il compagno di stanza della ragazza era Lolo. “Quando mi sono svegliato, ho trovato Sosaku seduto sul divano. Mi ha aiutato a decifrare una rivista giapponese che aveva pubblicato alcune delle mie opere, poi mi ha mostrato un po' del suo lavoro. Dieci minuti dopo abbiamo fatto il nostro primo disegno insieme”.

I due collaborano da allora. All'inizio hanno lavorato sui disegni, ma non erano quasi mai soddisfatti del risultato. Hanno quindi provato a sperimentare con la musica. I risultati erano speciali ma sembravano troppo comuni. “Ci siamo resi conto che per creare suoni completamente nuovi dovevamo realizzare nuovi strumenti. Poi un giorno abbiamo trovato la risposta nel movimento pendolare di un oggetto appeso al soffitto.Svolgiamo molte ricerche parallelamente al nostro lavoro creativo, quindi ci sono voluti degli anni per ottenere suoni molto particolari. Dopo 19 anni di lavoro insieme, non sappiamo nemmeno da dove provengano le idee, il rapporto si alimenta da solo. A volte siamo nell'atelier, l'uno accanto all'altro, senza parlare, ognuno di noi impegnato in qualcosa di diverso, e iniziamo a finire il lavoro dell'altro”.

Abbiamo incontrato Lolo e Sosaku per vedere De la Tierra, un progetto "site-specific" presentato a Shanghai nel 2017 giunto presso La Veloz, un'ex fabbrica alla periferia di Barcellona. L'installazione incarna uno scenario in cui l'ambiente edificato crea relazioni che escludono gli esseri umani.

Successivamente abbiamo visitato il loro atelier. Pieno di ogni sorta di oggetti, trabocca di possibilità. È un luogo giocoso in cui il lavoro trascende i vincoli di genere come teatro, musica, scultura, pittura e cinema. Nessuno dei due possiede una formazione formale in musica o arte. “Siamo caotici. Non siamo bravi a saldare. Facciamo buchi anche nel metallo. Le nostre macchine per la verniciatura sono sempre rotte. Ma è questo il modo in cui operiamo. Alcune opere, però, sono super pulite”.

Da dispositivi automatizzati come macchine per la verniciatura a strumenti fatti a mano, il loro lavoro sembra provenire da uno strano regno separato dalle nostre vite quotidiane. Lolo e Sosaku imparano dall'osservazione, facendo errori e facendo parlare il loro lavoro. “Se rispetti l'imprevisto, le cose funzionano perfettamente. Una volta che inizi a cercare il controllo, blocchi il naturale fluire delle cose”.

“Da ragazzo in Giappone mi piaceva personalizzare gli articoli di UNIQLO” afferma Sosaku. “Mi piace la funzionalità dei capi. Sono perfetti per lavorare” aggiunge Lolo.

Lolo e Sosaku

Artisti

Lolo, nato in Argentina, e Sosaku, di Tokyo, lavorano insieme a Barcellona. Unendo elementi come forma e linearità con la musica, creano installazioni che incarnano nuove possibilità. Le loro performance sono state esposte al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía a Madrid, al Museo di arte contemporanea di Barcellona e alla Power Station of Art di Shanghai.

Artista 02Candela Capitán

Una meraviglia della danza contemporanea che racconta storie con il corpo e con l'anima

Candela ha iniziato a ballare a quattro anni. “Ballo da sempre” afferma. “È diventato una parte naturale di me”. Nata a Siviglia e cresciuta a Cadice, nella parte sud-occidentale della Spagna, Candela ha iniziato i suoi studi con la danza classica e più tardi si è laureata in danza contemporanea presso una scuola di Granada. Dopo la laurea ha vissuto nella città spagnola, oltre che a Madrid e a Londra, ma non si sentiva a casa, e sei anni fa si è trasferita a Barcellona.

Ci siamo incontrati con Candela a Can Framis, un museo incentrato sui dipinti contemporanei catalani. Si trova nel quartiere di Poblenou, non lontano dal centro della città, sul lato opposto rispetto al famoso Institut del Teatre, dove Candela è attualmente iscritta. Afferma di amare le linee pulite e la pesantezza dell'edificio.“Mi ha sempre intrigato il processo artistico. A scuola mi concentro sulla danza contemporanea concettuale, uno stile simile alla danza postmoderna che è nata a New York negli anni '60 e che ha catturato l'attenzione di un gran numero di coreografi catalani. La natura accademica del programma è stata straordinaria per me. È molto difficile trovare una scuola dove ti insegnino a diventare coreografa e non ballerina”.

Candela pone grande enfasi sul messaggio della performance, cercando di creare qualcosa di molto personale. Le sue opere sono legate a livello narrativo, nella ricerca di un equilibrio tra materiale e immateriale.

“Mi impegno sempre al massimo. Tutti i dettagli sono importanti, non solo quelli fisici, ma anche il make-up, i costumi, la scenografia, i colori, e in particolare i concetti che definiscono il lavoro. C'è anche una componente emotiva che non può essere espressa a parole. Viviamo in un tempo in cui ciò che vediamo ha un peso enorme. Ecco perché considero gli aspetti visivi e fisici ugualmente importanti”.

Il lavoro di Candela riflette sul rapporto tra i nuovi media e il corpo, in particolare quello femminile, e l'influenza che ciò ha avuto sulle nuove generazioni, la cui esperienza visiva è mediata dai dispositivi. Per lei, sta tutto nella pratica. “Amo le routine. Ma ho avuto una relazione di amore e odio con la danza. È stata la mia sete di conoscenza a guidarmi in questo percorso. Ho una grande passione per la formazione e l'apprendimento. L'esperienza è il risultato della perseveranza”.

Si può trovare un esempio di queste idee in azione in performance quali 19762. o The Death at the Club e Alone and Connected, che hanno debuttato allo Staatstheater Kassel. Magistralmente composti, questi nuovi ambienti onirici nascono dall'espressione del suo corpo e di quello delle altre persone.

“Amo l'approccio di UNIQLO ai motivi e alle righe. È classico e molto giapponese”.

Candela Capitán

Performer e coreografa

Nata a Siviglia, Candela è una performer e coreografa con sede a Barcellona. Il suo lavoro unisce coreografia con installazioni e performance per creare realtà oniriche parallele. Attraverso una serie di nuovi media, spinge oltre i limiti dell'espressione artistica.

Artista 02Candela Capitán

Una meraviglia della danza contemporanea che racconta storie con il corpo e con l'anima

Candela ha iniziato a ballare a quattro anni. “Ballo da sempre” afferma. “È diventato una parte naturale di me”. Nata a Siviglia e cresciuta a Cadice, nella parte sud-occidentale della Spagna, Candela ha iniziato i suoi studi con la danza classica e più tardi si è laureata in danza contemporanea presso una scuola di Granada. Dopo la laurea ha vissuto nella città spagnola, oltre che a Madrid e a Londra, ma non si sentiva a casa, e sei anni fa si è trasferita a Barcellona.

Ci siamo incontrati con Candela a Can Framis, un museo incentrato sui dipinti contemporanei catalani. Si trova nel quartiere di Poblenou, non lontano dal centro della città, sul lato opposto rispetto al famoso Institut del Teatre, dove Candela è attualmente iscritta. Afferma di amare le linee pulite e la pesantezza dell'edificio.

“Mi ha sempre intrigato il processo artistico. A scuola mi concentro sulla danza contemporanea concettuale, uno stile simile alla danza postmoderna che è nata a New York negli anni '60 e che ha catturato l'attenzione di un gran numero di coreografi catalani. La natura accademica del programma è stata straordinaria per me. È molto difficile trovare una scuola dove ti insegnino a diventare coreografa e non ballerina”.Candela pone grande enfasi sul messaggio della performance, cercando di creare qualcosa di molto personale. Le sue opere sono legate a livello narrativo, nella ricerca di un equilibrio tra materiale e immateriale.

“Mi impegno sempre al massimo. Tutti i dettagli sono importanti, non solo quelli fisici, ma anche il make-up, i costumi, la scenografia, i colori, e in particolare i concetti che definiscono il lavoro. C'è anche una componente emotiva che non può essere espressa a parole. Viviamo in un tempo in cui ciò che vediamo ha un peso enorme. Ecco perché considero gli aspetti visivi e fisici ugualmente importanti”.

“Amo l'approccio di UNIQLO ai motivi e alle righe. È classico e molto giapponese”.

Il lavoro di Candela riflette sul rapporto tra i nuovi media e il corpo, in particolare quello femminile, e l'influenza che ciò ha avuto sulle nuove generazioni, la cui esperienza visiva è mediata dai dispositivi. Per lei, sta tutto nella pratica. “Amo le routine. Ma ho avuto una relazione di amore e odio con la danza. È stata la mia sete di conoscenza a guidarmi in questo percorso. Ho una grande passione per la formazione e l'apprendimento. L'esperienza è il risultato della perseveranza”.

Si può trovare un esempio di queste idee in azione in performance quali 19762. o The Death at the Club e Alone and Connected, che hanno debuttato allo Staatstheater Kassel. Magistralmente composti, questi nuovi ambienti onirici nascono dall'espressione del suo corpo e di quello delle altre persone.

Candela Capitán

Performer e coreografa

Nata a Siviglia, Candela è una performer e coreografa con sede a Barcellona. Il suo lavoro unisce coreografia con installazioni e performance per creare realtà oniriche parallele. Attraverso una serie di nuovi media, spinge oltre i limiti dell'espressione artistica.

Artista 03Maguette Dieng

Se desideri aprire nuovi orizzonti, parti dalle tue radici

Abbiamo incontrato la DJ e produttrice Maguette un pomeriggio presso lo spazio che il suo collettivo musicale Jokkoo condivide con altre iniziative culturali. Situato al terzo piano di un magazzino vicino al cimitero Montjuïc, nell'area industriale Zona Franca di Barcellona, lo spazio si affaccia sul quartiere in cui Maguette è cresciuta. Nel corso degli anni, Maguette ha visto questo luogo trasformarsi man mano che la scena musicale della città si è evoluta. “Approfondisco sempre la musica. Posso ascoltare gli stessi album per anni, ma sono sempre al corrente di quello che accade. Ho un fratello di due anni più grande che si interessava di cultura afroamericana, quindi ho iniziato ad ascoltare anche quella musica. Passavo ore a guardare MTV Base, alla scoperta di altri artisti neri. Fare parte della piccola comunità nera africana qui in Spagna mi ha consentito di entrare in contatto con altre realtà nere in altri Paesi, di sentirmi rappresentata e meno sola”.

“I capi UNIQLO sono straordinariamente confortevoli. Il loro carattere neutro è una tela nera per aggiungere elementi di autoespressione”.

Maguette fa la DJ dal 2019 pur avendo iniziato per hobby. Grazie ai suoi studi in produzione di eventi, modellistica e costumi, ha lanciato un piccolo marchio di abbigliamento. Poi ha però iniziato a collaborare con il suo partner, Baba Sy, che l'ha invitata a esibirsi in un club locale chiamato Razzmatazz. Gli ingranaggi avevano iniziato a girare.

I mix di Maguette sono eclettici e imprevedibili, una varietà di canzoni e suoni di tutto il mondo che trascende gli stili. “Il mio punto di riferimento è il BPM. Mi sento molto a mio agio nel suonare generi diversi. Cerco costantemente suoni underground. Nessuno sa davvero cosa accadrà nei miei set, nemmeno io”.

Nel 2017, con Baba Sy ha fondato Jokkoo, che significa “connessione” nella lingua della popolazione Wolof del Senegal. L'idea era quella di dare visibilità alle varie scene ascoltate nel continente africano. “Abbiamo notato che non c'era un'ampia rappresentazione della scena musicale africana in Europa. In particolare per i sound e generi più nuovi”. Oggi Jokkoo include i DJ Opoku, Mookie, Miriam, B4mba e Ikram Bouloum, che condividono la stessa mentalità. Insieme programmano le esibizioni degli artisti per i locali. “Collaborare è molto divertente. Stiamo creando una nuova scena musicale”.

Maguette ama lasciare spazio per l'improvvisazione, in modo che possano nascere momenti e conversazioni interessanti. “Non puoi cedere alla routine. La spontaneità è essenziale se non vuoi perdere la magia e l'imprevedibilità. Siamo qui per goderci il presente. Sono con le persone con cui voglio essere e stiamo vivendo le vite che desideriamo vivere”.

Maguette Dieng

DJ, produttrice e organizzatrice culturale

Maguette ha ottenuto riconoscimenti per le sue performance con il nome di Mbodj in locali di Barcellona come Razzmatazz e Apolo e festival musicali come MUTEK. È inoltre fondatrice del collettivo musicale Jokkoo, un gruppo di sei DJ che mira a spargere la voce sulla musica africana. Alimentando una scena musicale eclettica e in evoluzione, hanno dato vita a una nuova comunità.

Artista 03Maguette Dieng

Se desideri aprire nuovi orizzonti, parti dalle tue radici

Abbiamo incontrato la DJ e produttrice Maguette un pomeriggio presso lo spazio che il suo collettivo musicale Jokkoo condivide con altre iniziative culturali. Situato al terzo piano di un magazzino vicino al cimitero Montjuïc, nell'area industriale Zona Franca di Barcellona, lo spazio si affaccia sul quartiere in cui Maguette è cresciuta. Nel corso degli anni, Maguette ha visto questo luogo trasformarsi man mano che la scena musicale della città si è evoluta.

“Approfondisco sempre la musica. Posso ascoltare gli stessi album per anni, ma sono sempre al corrente di quello che accade. Ho un fratello di due anni più grande che si interessava di cultura afroamericana, quindi ho iniziato ad ascoltare anche quella musica. Passavo ore a guardare MTV Base, alla scoperta di altri artisti neri. Fare parte della piccola comunità nera africana qui in Spagna mi ha consentito di entrare in contatto con altre realtà nere in altri Paesi, di sentirmi rappresentata e meno sola”.

Maguette fa la DJ dal 2019 pur avendo iniziato per hobby. Grazie ai suoi studi in produzione di eventi, modellistica e costumi, ha lanciato un piccolo marchio di abbigliamento. Poi ha però iniziato a collaborare con il suo partner, Baba Sy, che l'ha invitata a esibirsi in un club locale chiamato Razzmatazz. Gli ingranaggi avevano iniziato a girare.

I mix di Maguette sono eclettici e imprevedibili, una varietà di canzoni e suoni di tutto il mondo che trascende gli stili. “Il mio punto di riferimento è il BPM. Mi sento molto a mio agio nel suonare generi diversi. Cerco costantemente suoni underground. Nessuno sa davvero cosa accadrà nei miei set, nemmeno io”.

“I capi UNIQLO sono straordinariamente confortevoli. Il loro carattere neutro è una tela nera per aggiungere elementi di autoespressione”.

Nel 2017, con Baba Sy ha fondato Jokkoo, che significa “connessione” nella lingua della popolazione Wolof del Senegal. L'idea era quella di dare visibilità alle varie scene ascoltate nel continente africano. “Abbiamo notato che non c'era un'ampia rappresentazione della scena musicale africana in Europa. In particolare per i sound e generi più nuovi”. Oggi Jokkoo include i DJ Opoku, Mookie, Miriam, B4mba e Ikram Bouloum, che condividono la stessa mentalità. Insieme programmano le esibizioni degli artisti per i locali. “Collaborare è molto divertente. Stiamo creando una nuova scena musicale”.

Maguette ama lasciare spazio per l'improvvisazione, in modo che possano nascere momenti e conversazioni interessanti. “Non puoi cedere alla routine. La spontaneità è essenziale se non vuoi perdere la magia e l'imprevedibilità. Siamo qui per goderci il presente. Sono con le persone con cui voglio essere e stiamo vivendo le vite che desideriamo vivere”.

Maguette Dieng

DJ, produttrice e organizzatrice culturale

Maguette ha ottenuto riconoscimenti per le sue performance con il nome di Mbodj in locali di Barcellona come Razzmatazz e Apolo e festival musicali come MUTEK. È inoltre fondatrice del collettivo musicale Jokkoo, un gruppo di sei DJ che mira a spargere la voce sulla musica africana. Alimentando una scena musicale eclettica e in evoluzione, hanno dato vita a una nuova comunità.

Fotografia di Ana CubaStyling di Fer SempereTesto di Laura FradeTraduzione di Miyuki SakamotoUn ringraziamento speciale al team di Apartamento

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