Intervista allo stilista

Intervista allo stilista

Jonathan Anderson ci parla di cosa lo ha ispirato per creare la collezione Primavera/Estate 2024.

Parlaci del concept per questa collezione. Cosa ti affascina della moda della metà del secolo scorso e che hai riproposto in questa collezione?

Ho guardato ai capi che gli artisti indossavano mentre lavoravano, e anche alle diverse tecniche utilizzate nell'architettura e nelle arti in quegli anni. Ad esempio, le stampe astratte della collezione si ispirano alle tecniche di tessitura degli arazzi inglesi, così come la palette di colori utilizzata in ciascuno dei capi di questa stagione.
Molti modelli si ispirano agli abiti che gli artisti indossavano per lavorare come i grembiuli dei pittori, e non solo.

Raccontaci della palette di colori di questa stagione.

La gamma di colori si ispira ai lavori degli artisti inglesi della metà del 900 con un uso preponderante di colori primari brillanti uniti a toni naturali più tenui.

Illustraci i capi che ti piacciono di più.

Quelli con texture grafica che richiamano le lavorazioni tessili artigianali.

Puoi parlarci della decisione di collaborare con artisti che vivono a Londra per questa campagna?

Abbiamo pensato che sarebbe stato molto sensato fare indossare la collezione da veri artisti. È da loro che proviene l'ispirazione, quindi è stata una scelta naturale.

A quali altre forme d'arte guardi per ideare le tue collezioni?

L'ispirazione può venire da diverse forme d'arte, come un film o un pezzo d'arredamento.

Cosa ti rende felice di partecipare a questa collaborazione ogni stagione?

Nel corso degli anni si è creato un ottimo rapporto con UNIQLO e ogni collezione si è sviluppata a partire dalla precedente. Nella creatività c'è posto per tutto e abbiamo imparato a tradurre le nostre idee in modo che si rivolgano a un pubblico più ampio. C'è molta collaborazione tra i nostri team.

Quali sono le sfide che devi affrontare quando crei una nuova collezione?

Fondamentalmente, la moda spesso funge da specchio della società e quindi deve sempre cambiare con essa. Nei vari progetti e marchi con cui collaboro, metto sempre tutto me stesso, in modo che la gente possa acquistarli, sia con il mio marchio sia ora collaborando con UNIQLO. Cambio il mio approccio mentale ogni volta a seconda della collezione per soddisfare le esigenze di diversi segmenti di mercato.

Che cosa significa per te qualità?
Come definiresti il concetto di LifeWear?

UNIQLO ha un pubblico così ampio e internazionale che ti costringe a lavorare in modo diverso. La collezione deve rivolgersi a molte fasce demografiche. Credo però che molte persone si relazionino con il prodotto, percependo l'essenza del marchio. Credo anche che la moda non sia mai stata così diffusa e mainstream come adesso, ma in definitiva credo nel "less is more". È una questione di funzionalità e di concretezza. Inoltre, con UNIQLO si può sempre contare sulla loro incredibili capacità: sono maestri nello sviluppo di tessuti tecnici, e questa è qualità.